Sono stata in Abruzzo da bambina durante uno dei tanti viaggi in auto che ogni estate facevo con i miei genitori. Ci sono tornata a 19 anni per un corso di formazione. Ma tutte e due le volte mi sono fermata troppo poco e solo sulla costa. Da molti anni desidero esplorare questa regione, specialmente le zone interne, ma finché non riuscirò a organizzare il viaggio che desidero non ho modo di andarci che nell’unico alternativo che conosco: leggere.
Portami dove sei nata è un libro ibrido: non una guida, neanche un vero e proprio romanzo, è un po’ auto-fiction, un po’ reportage. Roberta Scorranese la seguivo già come giornalista ed è abruzzese, anche se da molti anni vive a Milano, perciò ho preso il libro a scatola chiusa e non sono rimasta delusa. Alterna racconti dell’Abruzzo di oggi alla storia di una famiglia dove le donne custodiscono una sapienza antica, gli uomini sono di poche parole, la memoria si dipana attraverso le generazioni.
Lo sfondo è un Abruzzo ancestrale che procede verso il futuro cercando di preservare le sue radici, anche quando la guerra, il terremoto, il semplice passare del tempo tentano di cancellarle per sempre. È un mondo tenace, quello qui descritto.
Passato, presente e futuro che prendono vita contemporaneamente in queste pagine hanno come comune denominatore il carattere fiero dei personaggi, siano essi inventati, trasfigurati dalla biografia dell’autrice o riconoscibili tra le persone reali che oggi abitano quei luoghi. In definitiva è la lettera d’amore che Roberta Scorranese ha scritto alla sua terra. Di cui ha fatto innamorare anche me.
Dove: Abruzzo
Quando: dal ‘900 a oggi
Titolo: Portami dove sei nata. Un ritorno in Abruzzo, terra di crolli e miracoli
Autorə: Roberta Scorranese
Editore e anno: Bompiani 2019
Genere: romanzo/reportage
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