Come in un Grand Tour rivisitato in chiave orientale Henri Michaux racconta il suo viaggio di 8 mesi tra India, Nepal, Ceylon, Cina, Giappone e Malesia. Lo scrittore intraprese il suo viaggio alla ricerca di un contatto con “l’uomo della strada” che gli interessava assai più di una lista di luoghi da vedere.
Nessun filtro e massima apertura, dunque, nell’incontro con l’altro che è davvero altro: lontanissimo, diversissimo. Perciò Michaux si lascia volontariamente andare al suo desiderio di disorientamento. I suoi giudizi sull’Asia sono sferzanti, politicamente scorretti e spesso spiazzanti ma alcune descrizioni sono così esatte da tratteggiare in un rigo un popolo intero e il suo carattere restando volutamente lontane dalle categorie del pensiero occidentale. E così il diverso si scopre senza ingabbiarlo in (pre)concetti estranei.
Di Michaux, d’origine belga ma naturalizzato francese, avevo letto con piacere i Passaggi, e sapevo che si era interessato anche a musica, poesia e pittura, oltre all’amore per la scrittura e… per la mescalina, che sperimentò ampiamente e raccontò nei suoi Moments. Traversées du Temps. Non avevo invece idea che fosse stato anche un tale viaggiatore. Il viaggio in Asia è del 1931, gli esperimenti con la mescalina invece iniziarono nel 1955. Quando scoprì che si poteva viaggiare… anche in un altro modo!
Per viaggiare in Asia con Michaux
Dove: Asia
Quando: 1931
Titolo: Un barbaro in Asia
Autorə: Henri Michauz
Traduzione: Alessandro Giarda
Editore e anno: O barra O 2015
Genere: narrativa di viaggio
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