Chi sia Barthes lo sappiamo tutti ma che avesse scritto un diario di viaggio chi lo immaginava? Nell’Aprile del 1974 Roland Barthes parte per la Cina in compagnia di Philippe Sollers, Julia Kristeva, Marcelin Pleynet e del filosofo François Wahl. Si tratta di una spedizione ufficiale con un serrato calendario di visite a fabbriche di trattori, ospedali e scuole, stamperie, coltivazioni e quartieri urbani. Lo scopo di chi organizza il viaggio è quello di celebrare la Cina maoista.
Barthes però presto si scopre insofferente a questa propaganda costante e volge altrove la sua attenzione. Gli interessano soprattutto le persone, il cibo, i colori del paesaggio e più ancora gli imprevisti che mandano all’aria il programma di viaggio e, sfuggendo alla censura, aprono spiragli improvvisi che lasciano intravedere il vero cuore del paese.
I delegati snocciolano cifre e dati sui successi cinesi, Barthes è stufo di discorsi ideologici e spesso si distrae. Cerca (e spesso trova) lo “sguardo di sbieco” per leggere le realtà cinese sfuggendo alle trappole della retorica. I suoi quaderni, rimasti inediti fino al 2009, sono fatti di impressioni e annotazioni veloci e qua e là compaiono osservazioni fulminanti che colgono nel segno in poche righe.
Per scoprire la Cina di Roland Barthes
Dove: Cina
Quando: 1974
Titolo: I carnet del viaggio in Cina
Autorə: Roland Barthes
Traduzione: Guido Lagomarsino
Editore e anno: O barra O 2015
Genere: diario di viaggio
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