Si comincia con un pretesto classico: qualche lettera, un manoscritto, una storia ascoltata da Alexandre Dumas che presto lascia la parola. Poi si entra nel vivo del racconto che ruota intorno al conte di Mazara e al suo palazzo nel cuore di Palermo. A narrarcelo è un visconte francese che si ritrova in maniera insolita ospite del conte, che in città ha una brutta fama da jettatore.
Le cose cominciano ad avvitarsi su se stesse senza che subito si sveli al protagonista quel che sta accadendo: cose strane, bizzarre, sinistre e un’atmosfera di paura che dilaga ogni volta che ci si avvicini al palazzo, al conte o anche solo se ne pronunci il nome. I palermitani ne sono atterriti.
E poi tutto deflagra, i disastri si fanno via via più tragici, il dramma si consuma a partire da un duello e finisce con l’inevitabile e definitiva conclusione che colpisce anche gli innocenti e che in fondo attende tutti, si spera in maniera meno drammatica.
Era un po’ che non leggevo un romanzone ottocentesco, anche se si tratta in questo caso di un libro alquanto snello, più simile a un racconto lungo. Lo stile però è proprio quello. Me lo sono molto gustato. Lo tenevo da parte per una gita a Palermo che ho dovuto rimandare ma in qualche modo per quelle vie ci sono stata sfogliando queste pagine e immergendomi nel racconto. Alla fine del volume c’è una mappa su cui sono segnati tutti i luoghi della storia.
Dove: Palermo, Monreale, Parigi
Quando: fine ‘800
Titolo: Il conte di Mazara. Una storia siciliana
Autorə: Alexandre Dumas
Traduzione: Viviana Carpifave
Editore e anno: ilPalindromo 2021
Genere: romanzo
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