Quando il poeta russo Osip Mandel’štam partì per l’Armenia non se la passava bene. In Russia non lo pubblicavano più e sentiva di aver perso la sua voce poetica. Nella primavera del 1930 un amico trovò il modo di mandarlo a Sud. Dopo un mese trascorso in Abkhazia viaggiò in Armenia da Maggio a Ottobre dello stesso anno.
In questa terra che gli era cara ritrovò la poesia – e il volume include in appendice anche i versi che il viaggio gli ispirò. Il libro, scritto al ritorno e pubblicato poco prima che fosse arrestato, non è un vero e proprio reportage ma resta a metà via tra appunti di viaggio e diario personale con inserti di saggi critici, bozzetti impressionistici, molti incontri ma soprattutto una indagine di sé attraverso quel che vede e vive.
Si sente tutta la voce del poeta, specialmente nelle descrizioni di luoghi e persone. La postfazione di Serena Vitale è anche molto bella e fornisce utili informazioni se il poeta non lo conosci ancora, o se lo conosci poco e vuoi iniziare ad approfondirlo. Magari passando subito dopo alla sua produzione poetica per la quale questo libro funge da ottima introduzione.
I Marlene Kuntz hanno dedicato al poeta una canzone intitolata Osja, amore mio inclusa nell’album Nella tua luce del 2013. Sono le parole disperate della moglie Nadežda che si rivolve al suo Osja vittima delle purghe staliniane e gli promette di conservare a memoria tutte le sue poesie bandite.
Per visitare l’Armenia con il poeta
Dove: Abkhazia e Armenia
Quando: 1930
Titolo: Viaggio in Armenia
Autorə: Osip Mandel’štam
Traduzione: Serena Vitale
Editore e anno: Adelphi 1988
Genere: narrativa di viaggio
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