Tra Luglio e Agosto ho dovuto accontentarmi mio malgrado solo di viaggi di carta e brevi gite nei dintorni. Questa estate avevo in programma qualche viaggio reale fallito a causa dell’incendio all’aeroporto di Catania che ha reso partire letteralmente impossibile. In vacanza però ormai c’ero, per quanto a casa mia, e quindi tanto valeva partire con i libri. Nell’ultimo mese ho fatto 11 viaggi di carta. Te li racconto.
I trentatré nomi di Dio di Marguerite Yourcenar, trad. Ginevra Bompiani Nottetempo 2003
Confesso di aver acquistato questo minuscolo libretto per completare un ordine sul Libraccio. Mancava un paio di euro alla soglia per ottenere uno sconto e il nome di Yourcenar mi pareva una garanzia sufficiente. Sono brevi poesie, anzi brevissime, che elencano bellezze e piccolezze umane. Una piccola pubblicazione in omaggio al centenario della scrittrice. Sempre bello tornare a leggerla, anche in forme che non mi aspettavo.
Segreti e rivelazioni di Eri Ritsou, trad. Valentina Gilardi Crocetti 2009
Se il nome dell’autrice ti sembra familiare non hai torto, Eri Ritsou è figlia del celebre poeta Giannis Ritsos. La diversa forma del nome si deve al fatto che in greco i cognomi delle donne vanno al genitivo. Questo romanzo racconta la storia appassionante di una famiglia sull’isola di Samos, gli Aghisilaou. Inizia dal capostipite Nikolas e la moglie Evridiki e si espande fino a includere figli e figlie legittime e segrete, nipoti, discendenti. Alla storia della famiglia fanno da sfondo le vicende europee del ‘900 che hanno travolto (anche) la Grecia.
Le gemelle che non parlavano di Marjorie Wallace, trad. Gabriella Luzzani Adelphi 2022
Ho preso questo libro pensando di leggerlo prima o poi ma qualche giorno dopo ne parlava una persona che seguo su Instagram e del cui parere mi fido molto. Esprimeva alcune perplessità pur dichiarando che la storia l’aveva comunque interessata molto. Ne ho ricavato un’impressione molto simile. La vicenda delle gemelle che vivono in simbiosi, fino a giungere alla patologia, è davvero interessante e per molti versi disturbante. Ho apprezzato meno l’impostazione del libro. Mi pare che l’autrice sparisca un po’. Il lavoro di inchiesta e scavo è enorme, ma resta un racconto di vicende che si susseguono prive di legante che ne dia se non un’interpretazione, una prospettiva.
Laëtitia o la fine degli uomini di Ivan Jablonka, trad. Margherita Botto Einaudi 2018
Qui, a differenza che nel libro precedente, l’impianto interpretativo è addirittura sovrabbondante. L’analisi del sistema giudiziario e penitenziario francese ha senso nel quadro complessivo, perché tenta di dare un’idea di come la vita di una ragazza (uccisa, fatta a pezzi) abbia avuto spazio solo da morta e cosa abbia determinato il clamore mediatico che ne è seguito, con tanto di intervento presidenziale e sciopero dei giudici. Finisce però per diventare talmente preponderante che mi ha annoiato.
Fiabe romene di magia a cura di M. Mincu, Bompiani 2003
In vista del mio viaggio rumeno ho voluto immergermi nel folklore e cosa meglio delle fiabe può rappresentarlo? Una lettura sorprendente. Gli stilemi delle fiabe classiche occidentali ci sono tutti e sono subito riconoscibili, così come molti elementi di matrice più orientale, ma ci sono anche specificità che non mi era mai capitato di trovare altrove e mi hanno incantato e stupito in molti modi. Non farò spoiler, la magia delle fiabe va scoperta da sé. Ma ne trovi qualcuno nella newsletter dedicata alla Romania. Posso aggiungere che è una delle raccolte più belle che mi sia capitato di leggere e io colleziono fiabe da tutto il mondo da 20 anni, non sono un’autorità ma un pochino di esperienza me la sono fatta.
Storie naturali di Primo Levi, Einaudi 2022
Nutro una certa passione per la collana Letture di Einaudi con il suo minimalismo a colori accesi e la scelta di titoli meno consueti di autori immensi. Non avevo ancora scoperto questo Levi che si produce in racconti fantastici e fantascientifici pieni di spunti sorprendenti, trovate creative, acrobazie mentali, giochi linguistici scoppiettanti e persino quella che potrebbe apparire come premonizione.Il livello è altissimo sempre ma ammetto di avere un debole per il racconto che descrive la macchina che sforna poesia. A leggerlo oggi sembra tanto simile all’IA di cui stiamo imparando a prendere le misure.
Le stazioni della luna di Ubah Cristina Ali Farah, 66thand2nd 2021
Somalia, anni Trenta. Ebla, che ha imparato dal padre la divinazione, arte che le donne non praticano, fugge da un matrimonio combinato trovando rifugio a Mogadiscio. Clara invece è nata in Somalia da genitori italiani ed è la sua figlia di latte. Lei fugge dal paese durante la Seconda Guerra Mondiale e vi torna dopo il conflitto. Attraverso le loro storie scopriamo un pezzo di storia che l’Italia a lungo ha nascosto sotto il tappeto. Mi è piaciuto anche vagare per Mogadiscio, protagonista del racconto non meno dei personaggi con i suoi odori, i suoni e l’atmosfera tra i suoi vicoli.
Capelli lacrime e zanzare di Namwali Serpell, trad. Enrica Budetta Fazi 2021
Ricordo di aver visto questo libro in lettura a diverse persone nell’estate del 2021. Ricordo anche che si scomodavano precedenti illustri come Marquez e Rushdie. Me lo segnai mentalmente, poi lasciai passare volutamente del tempo. All’inizio mi sono trovata un po’ spaesata perché i personaggi sono tanti, tutti differenti, in apparenza e almeno all’inizio totalmente scollegati tra loro e vissuti in periodi diversi, in luoghi diversi. Procedendo nella lettura mi sono appassionata alle storie non meno che ai temi e allo stile, che spazia dal fantastico allo storico. Le vicende sono quelle di 3 famiglie che hanno in comune lo Zambia dove sono ambientate, o iniziano, o finiscono tutte le storie. Quello che mi è piaciuto di più: la prospettiva multigenerazionale; lo sguardo decoloniale; le zanzare che prendono la parola.
Macchia di Esther Kinsky, trad. Silvia Albesano ilSaggiatore 2019
Di Esther Kinsky ho già letto Sul fiume (di cui ho parlato nella newsletter) e ho di recente acquistato Rombo, ma prima volevo leggere questo libro che lei stessa definisce Il romanzo dei luoghi. Benché anche per lei si sia fatto ricorso ad altri nomi per descriverne lo stile (Walser, Sebald), io continuo a pensare che sia inutile, fuorviante e quasi sempre falso. Lei lo trova anche fastidioso, secondo quanto ha dichiarato in questa intervista. Questo libro è un esorcismo. Della morte, del lutto, della scomparsa. Dopo una grave perdita Kinsky va alla ricerca del senso vagando per luoghi che in questo caso sono italiani.
Ruba come un artista di Austin Kleon trad. Antonello Galimberti Vallardi 2013
Continua la mia esplorazione della creatività con un libro che pare sia un grande classico sull’argomento. Ne ho sentito parlare per la prima volta a Valentina Aversano e poi mi sono iscritta alla newsletter di Austin Kleon che definisce se stesso “uno scrittore che disegna”. Si tratta di un manualetto agile (e disegnato) che incoraggia a trovare ispirazione ovunque, senza sensi di inferiorità, imparando a esercitare la propria creatività a partire da qualunque spunto ci si offra.
Come non fare niente di Jenny Odell trad. Cristina Volpi Hoepli 2021
So cosa stai pensando al solo leggere il titolo di questo libro perché è quello che ho pensato anche io: un altro sciocco manuale di auto-aiuto che pretende di insegnarti a vivere. Non lo è. Il titolo è più una provocazione, il contenuto molto più articolato, ricco e profondo di quanto non si pensi. Lo definirei addirittura attivista, fino a diventare un vero e proprio manifesto politico. Per me è stata una lettura molto arricchente.
La foto di apertura è di Patrick Tomasso/Unsplash
I link ai libri sono affiliati, ricevo una piccola commissione su ogni acquisto che alimenta altre letture di cui raccontarti. Ma se decidi di andare nella libreria di quartiere sono contenta lo stesso.