Sul viaggiare: la brutalità secondo Pavese

#sulviaggiare


Viaggiare è una brutalità. Obbliga ad avere fiducia negli stranieri e a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici. Ci si sente costantemente fuori equilibrio. Nulla è vostro, tranne le cose essenziali.
Cesare Pavese

Questa frase di Pavese mi è capitato sotto gli occhi per caso e mi ha suscitato subito un senso di rifiuto. Mi sembra la sintesi perfetta di tutto quello che io non credo sia il viaggio. Vero, può essere brutale trovarsi altrove, tra persone sconosciute. Ma dipende dalle circostanze per cui ti ci trovi.

Se sei un viaggiatore, oggi, che sceglie di partire, non è proprio quello che stai cercando? L’altro, l’altrove, perdere l’equilibrio e contare solo sull’essenziale. Anzi, doversi occupare solo dell’essenziale in viaggio – senza le incombenze quotidiane, senza troppe cose a circondarti – è esattamente quanto ti permette di aprirti al resto, immergerti interamente in esso, fartene permeare. Fa spazio per il nuovo e l’inatteso.

Pavese aveva i suoi motivi e il suo carattere per pensarla così, io la penso alla rovescia. Un viaggio senza perdere l’equilibrio, senza mettere in discussione ciò che è familiare, senza lasciare ciò che è prossimo e amico mi sembra un’occasione perduta.

La foto di apertura è di Annie Spratt/Unsplash

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