Un itinerario nella Berlino spaziale di Francesca Zilio

Francesca Zilio l’ho incontrata su Instagram qualche mese fa e a farci incontrare, come spesso mi accade sui social, è stato un libro. Il suo libro, anzi, che racconta 4 itinerari storici nella Berlino della Guerra Fredda. Te ne ho parlato qui.

Chiacchierando via mail e poi al telefono, Francesca e io abbiamo scoperto di nutrire passioni comuni perciò quando le ho proposto di approfondire per te qualche luogo di Berlino ha risposto con entusiasmo. Appena è saltato fuori che stavo preparando il nuovo numero del magazine Itinerari sul tema Viaggio sulla Luna (per riceverlo basta iscriverti alla newsletter) tutti i pezzi del puzzle sono andati a posto: perché non raccontiamo la Berlino legata ai viaggi nello spazio?

È con grande piacere che ospito uno speciale itinerario nella Berlino spaziale che Francesca ha pensato apposta per IoViaggioInPoltrona.it. Se vuoi scoprire altri itinerari storici berlinesi puoi leggere il suo libro o seguire il suo account Instagram @muro_di_berlino_in_pillole. Qui mi taccio e le lascio la scena.


Una delle domande che mi sono poste più spesso dalle persone che accompagno a scoprire la storia di Berlino è: “Siamo a Est o a Ovest?”. Domanda legittima in una città che è stata a lungo divisa e che dopo la riunificazione è stata modificata così profondamente da rendere ormai difficile la distinzione fra le due parti, soprattutto nelle zone centrali in cui quella che era la “terra di nessuno” è stata letteralmente coperta da edifici nuovi.

da Unsplash

Eppure c’è un luogo di Berlino che non è cambiato poi molto, in cui la ex Berlino Est e la ex Berlino Ovest si oppongono ancora esplicitamente, una di fronte all’altra, senza nuove costruzioni dopo la caduta del Muro perché da lì il muro non è mai passato. Sono un paio di isolati che affacciano in parte su Karl-Marx-Allee, il viale monumentale simbolo di Berlino Est che era nato come Stalinallee. A pochi metri gli uni dagli altri si trovano i due edifici prototipo del progetto di ricostruzione della città del 1946 – concepito per l’intera Berlino in uno stile ispirato all’architettura moderna degli anni Venti – e, poco dietro, il palazzo modello della nuova capitale socialista, progettato 4 anni dopo quando era già nata la DDR. Gli edifici del 1946 erano stati bollati dal regime come “scatole per uova americane” ed era stato bandito un nuovo concorso per la progettazione edilizia e urbanistica di Berlino Est.
Questo angolo, lontano dai percorsi turistici, è uno dei luoghi di Berlino che mostrano più chiaramente quanto della sua storia – e della storia della Germania e della Guerra fredda – si può imparare osservando gli edifici, le strade e le piazze di Berlino.

Proseguendo nel primo itinerario di Divisione e riunificazione: itinerari storici nella Berlino della Guerra fredda, lungo il quale accompagno i lettori alla scoperta di una delle zone più iconiche di Berlino Est, si incontrano molte altre tracce di storia della DDR, più o meno note. Alcune di queste riguardano la celebrazione delle imprese spaziali socialiste. Chi ha visto Good Bye, Lenin! – il film che, insieme a Le Vite degli Altri, ha più influenzato il nostro immaginario sulla DDR – ricorderà che dopo le dimissioni forzate del Presidente Erich Honecker il protagonista del film cerca di far credere alla madre malata che Honecker sia stato sostituito alla guida del Paese da Sigmund Jaehn. Questa messa in scena può essere credibile perché Jaehn è il primo cosmonauta nella storia della DDR, divenuto una celebrità dopo la sua missione nello spazio nell’agosto del 1978. Definirlo celebrità non è esagerato: Jaehn portò con sé nello spazio anche l’omino della sabbia – celebre personaggio di una trasmissione per bambini che è sopravvissuto alla DDR ed esiste tuttora – in modo che l’orgoglio nazionale fosse celebrato persino dai bambini.

dal film Good Bye Lenin!

Good Bye, Lenin! fu il primo film che io vidi in lingua tedesca, quando vivevo a Berlino come studentessa in scambio Erasmus: appena arrivata, senza conoscere ancora né il film né la storia tedesca, avevo già intuito lo stretto rapporto fra le imprese spaziali e l’urbanistica e l’architettura della DDR dal fatto che lo studentato in cui abitavo si trovava in Viale dei Cosmonauti e il cinema più vicino si chiamava Sojus, dal nome di una navicella spaziale sovietica mandata in orbita nel 1966.

Anche lungo l’ex Stalinallee si trovava un cinema a tema, che era anche il più grande della DDR: il Kino Kosmos. Costruito nel 1961, era un omaggio a Juri Gagarin, che in quell’anno era stato il primo uomo a viaggiare nello spazio. Dopo la riunificazione divenne il primo cinema multisala della ex Germania orientale, mentre ora è una location per eventi. Per celebrare l’impresa di Gagarin e il successivo decennio di successi spaziali sovietici, nel 1971 la DDR emise anche un blocco speciale di francobolli: uno dei 76 francobolli e 7 blocchi speciali dedicati allo spazio nella storia della DDR. Curiosamente non ce ne fu nessuno fra il 1968 e il 1971, quando i successi più determinanti furono invece degli Stati Uniti. In occasione dello sbarco sulla Luna nel 1969 la televisione nazionale della DDR non trasmise né immagini né commenti in diretta dell’allunaggio (così come l’Unione Sovietica, la Cina, la Corea del Nord e il Vietnam del Sud), ma circa l’85% dei cittadini della DDR lo vide attraverso la televisione della Germania occidentale.

dal film Good Bye Lenin!

Proseguendo verso Alexanderplatz si incontrava poi il Ristorante Mosca (Restaurant Moskau, ora location per eventi nota come Cafè Moskau). Si trattava di uno dei tanti cosiddetti “ristoranti delle nazionalità” diffusi lungo Stalinallee/Karl-Marx-Allee, ma non solo, che avevano l’obiettivo di avvicinare i cittadini della DDR alla cucina e alla cultura degli altri Paesi socialisti, da cui di solito proveniva il personale stesso dei ristoranti. Intorno all’ingresso si può vedere tuttora il mosaico murale intitolato La vita dei popoli dell’Unione Sovietica.

Come ulteriore segno di fratellanza fra Berlino Est e Mosca, e simbolo dei successi socialisti nell’industria aerospaziale, per l’inaugurazione del ristorante l’ambasciatore sovietico regalò una riproduzione in scala 1:1 dello Sputnik, il primo satellite artificiale mandato in orbita intorno alla terra nel 1957, che fu installata sopra il tetto.

Nel percorrere il celebre viale, che doveva condurre il visitatore proveniente da Est verso il centro della nuova Berlino socialista, il tema spaziale è ripreso nuovamente all’ingresso di Alexanderplatz, nell’incisione di rame L’essere umano supera il tempo e lo spazio che decora la Casa del Viaggio. Qui il messaggio ideologico è straordinario: l’edificio, che ospitava la direzione dell’agenzia viaggi della DDR e gli uffici della compagnia aerea di bandiera Interflug ed era decorato dal fregio che glorificava i viaggi, addirittura quelli nello spazio, fu eretto dopo la costruzione del Muro che impediva ai cittadini della DDR di viaggiare.

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